Paolo Guccini

"Impossibile" non è mai la risposta giusta

In principio fu l'e-mail

Oggi si puo' parlare alle altre persone invece di scrivere email

Come può accadere che, parlando in un microfono per computer, qualcuno collegato a Internet possa ascoltarci e risponderci?
Il primo passo l’hanno fatto le e-mail, testi digitati sul PC che venivano inviati all’indirizzo elettronico del destinatario. Poi qualcuno ha pensato che la voce poteva essere scomposta in formato digitale e quindi facilmente gestibile tramite i computer.
Così, in allegato alle e-mail cominciarono ad arrivare file di tipo wav o simili che contenevano la registrazione di un messaggio sonoro, come i saluti di un amico, frasi di auguri, eccetera.
L’ultimo passo ha dato la possibilità di inviare la voce nello stesso istante in cui la persona parlava al microfono. Il problema consisteva nell’enorme quantità di dati da trasmettere per avere una sufficiente qualità sonora, ma l’avvento dei modem a 28.000 bps ha reso possibile la soluzione.
In pratica, quando una persona telefona on-line ovvero parla attraverso Internet, un apposito programma trasforma tutto ciò che il microfono capta in un flusso continuo di particolari messaggi elettronici verso il destinatario che è dotato dello stesso programma il quale provvede a mandare alla scheda sonora ciò che riceve dopo un’opportuna conversione.
Quanto tempo ci vuole per mettere in pratica questo procedimento? Alcuni millesimi di secondo! Se siete interessati alle telefonate on-line su Internet dovete procurarvi un programma che vi fornisca questa funzione. Ne esistono diversi e, fortunatamente, si possono reperire anche attraverso la rete.
Purtroppo, questi programmi non sono fra loro compatibili e quindi non è possibile comunicare con questo sistema ad una persona che utilizza un programma diverso dal vostro; per aggirare questo problema, vi sarà utile scaricare più programmi oppure concordare a priori quale programma utilizzare; molto utilizzati sono il "Netscape Conference" e il "Net Meeting" di Microsoft.
Nel futuro le cose dovrebbero migliorare sensibilmente in quanto è stato fissato uno standard mondiale denominato ITU H.323, quindi le varie software house dovrebbero convergere verso quest’ultimo rendendo tutti i programmi compatibili.

Tratto da:
Paolo Guccini
Computer Valley
(allegato del quotidiano La Repubblica)
03 marzo 1998

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