Paolo Guccini

"Impossibile" non è mai la risposta giusta

Intervista a Carlo Massarini
La cultura è Internet.

Di futuro delle nuove tecnologie abbiamo parlato con Carlo Massarini, giornalista, conduttore di "Mediamente", programma Rai dedicato alla multimedialità.

Quali saranno le tre cose più importanti del panorama informatico fino al 2000?
Non è facile rispondere perché in pochissimi anni può mutare sostanzialmente lo scenario, ma direi che una prima risposta possa essere "Internet satellitare", il sistema di navigazione che sfrutta i satelliti di telecomunicazione per navigare a velocità elevatissime: rappresenta un’importante rivoluzione in quanto viene abbattuto l’ultimo legame con la materialità. Conseguentemente cambieranno le "regole del gioco" consentendo ad attori che oggi non esistono di entrare in campo con ruoli di notevole importanza.
La seconda deriva dalle ricerche sui nuovi materiali che consentiranno un rapporto uomo-tecnologia più vicino alle esigenze delle persone; basta osservare gli studi che il MIT sta conducendo per farsene un’idea; ad esempio fogli elettronici che si possono leggere, piegare e mettere in tasca.
La terza è la rivoluzione culturale che è già in atto.
La rete allargherà la partecipazione al l’evoluzione del sistema tecnologia a tutti i Paesi, anche a quelli ora esclusi. Nel sistema educativo, nella ricerca, nelle aziende, nel commercio elettronico sarà protagonista la cosiddetta "classe digitale". I giovani vivranno la rivoluzione digitale come naturale per ché la considereranno "geneticamente" acquisita, come per noi il telefono o la televisione. E questo non riguarderà solo i giovani occidentali, anche quelli dei paesi emergenti la vivranno con la stessa facilità.

Internet, come dicono alcuni critici, è una spinta alla solitudine?
Internet non implica necessariamente l’impossibilità di andare in cortile a giocare a pallone con gli amici, semplicemente per mette di ampliare i nostri contatti su una dimensione planetaria.

C’è una necessità che lei considera rappresentativa dei nostri giorni?
Sì, la necessità d’integrazione fra il passato e il presente, fra tecnologia e vita vissuta. In altre parole, la cultura. Basta pensare che in alcune scuole portano le papere in aula per farle vedere ai bambini: insomma, abbiamo perso il contatto con le nostre origini e sarà la sensibilità degli educatori a recuperare questo legame nei giovani. Oggi è possibile attingere alla conoscenza con il clic del mouse oppure scambiare messaggi con persone lontane o lavorare a distanza, tutte cose impensabili sino a qualche decennio fa. Un uomo senza cultura è un uomo vuoto, mentre un vero uomo utilizzerà tutte le informazioni che reperisce per migliorare la qualità della propria vita.

Pensa che considerare Internet come villaggio globale sia esatto o si tratta di una esagerazione?
E’ importante capire che Internet non è un mondo solo e unico, bensì è composto da milioni dì micromondi, di nicchie, le quali possono essere trovate solamente cercandole e comunicando con esse. Internet non è un unico villaggio globale, bensì è una sterminata landa con miriadi di tribù in tende.

Tratto da:
Paolo Guccini
Computer Valley
(allegato del quotidiano La Repubblica)
02 aprile 1998

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